UNA GIORNATA CHE NON TRAMONTA

Son già passati alcuni giorni da quando la GMG ha terminato la sua presenza ufficiale in Rio De Janeiro. Abbiamo avuto la gioia di ospitare per alcuni giorni anche il gruppo dei padovani che si è fermato qui prima di iniziare i giorni centrali. 

La stima ufficiale parla di 340 ospiti pellegrini nella nostra parrocchia di NS di Fatima in Vilar dos Teles diocesi di Duque de Caxias. Sono arrivati qualche giorno prima della Giornata fino a qualche giorno dopo. Erano ospiti nelle nostre famiglie e, nonostante molti fossero argentini, il distacco al momento dell’addio, ha provocato molte lacrime (tra argentini e brasiliani non corre buon sangue dal punto di vista calcistico). I pellegrini che qui hanno soggiornato erano di lingua spagnola, ma non è stato difficile intendersi almeno per gli aspetti essenziali. Non sono mancati i momenti di festa, come le sorprese: una signora di NS Aparecida mi ha confidato di essere stata edificata perché ha visto i giovani ospiti più volte fermarsi in preghiera nella chiesa della comunità. 

Sono rimasto anch’io molto impressionato dalla disponibilità dei parrocchiani a aprire le porte delle loro case. All’inizio più di qualcuno dubitava: ricevere degli estranei in casa, comporta sempre un rischio, ma poi visto il carattere molto pacifico e allegro degli ospiti, chi non aveva dato la disponibilità iniziale, ha cambiato idea in fretta. Penso che questa sia stata la parte più rilevante della Giornata Mondiale della Gioventù per la gente della mia parrocchia: aprire le porte delle semplici case in cui vivono e superare la paura di ricevere un estraneo. 

Non solo siamo stati ospiti, ma anche pellegrini. La camminata di 10 km di sabato ci ha stancato notevolmente le gambe, ma ci ha anche rinforzato nel desiderio di metterci sui passi del Vangelo. Era da un po’ che non dormivo a terra e il contatto con l’asfalto in mezzo a quella moltitudine di accampati, mi ha fatto pensare a tutti quelli che la strada ce l’hanno come casa. 

E poi ci sono state le celebrazioni in quella meraviglia della natura che è Copacabana e ascoltando le parole di papa Francesco: è stata come una ventata fresca e “originale” nel senso di cercare di andare all’essenziale. La domenica sera è passato per salutarci in casa il vescovo Francesco Biasin e le sue parole ci hanno trasmesso la testimonianza di un papa proprio come si vede alla televisione: “acqua e sapone”.

L’emozione è stata grande e ha sicuramente scaldato il cuore anche ai più scettici. È la stessa che ho provato quando sono stato in pellegrinaggio a Assisi o in Terra Santa: è il luogo e “l’aria” che respiravo che parlavano di suo.

Ma la giornata non vuole tramontare: certo è passata l’euforia, ma i giovani stessi si sono chiesti come continuare questa intuizione iniziale di essere missionari. E per questo hanno proposto di vivere un annuncio missionario all’interno della parrocchia stessa nel prossimo mese di ottobre: passeranno per le strade cantando e invitando a partecipare alla celebrazione nella comunità.

Poco fa mi è venuta in mano una carta con le letture della domenica precedente la giornata, lì dove si racconta di Abramo pellegrino alle querce e ospite dell’angelo e il Vangelo racconta di Marta e Maria ospiti di Gesù. Mi pare siano una bella interpretazione di ciò che abbiamo vissuto con questa esperienza: la condizione del pellegrino e ospite ci rende molto più sensibili alla presenza degli altri.

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