FELIZ NATAL DE VIDA E ESPERANÇA

“Nasceu-nos hoje um Menino e um Filho nos foi dado,

Grande é este pequenino, Rei da Paz será chamado, aleluia!”

            “È nato oggi per noi un Bambino e un Figlio ci è stato dato,

            grande è questo piccolino, Re di Pace sará chiamato, alleluia!”

Son le parole di un canto che si fa qui in Brasile la notte di Natale: richiamano le parole dell’angelo ai pastori e l’annuncio di una grande gioia per il popolo. Mi piace ripeterle perchè anche quest’anno questa gioia si rinnova per tutti noi: è Vita che irrompe nella nostra vita e nelle nostre vite per darci forza e spenza. È Lrauce che viene a illuminare il buio di tante situazioni difficili che fanno parte del nostro quotidiano qui (ma anche in Italia): droga, violenza, emarginazione, disoccupazione, diseguaglianza sociale, esclusione, povertà… 

Celebrare ogni anno la nascita di Gesù è ricordarci che Dio si è fatto Bambino, si è fatto Vita perché non ci stanchiamo di credere nella vita, perchè possiamo rinnovare ogni giorno la nostra speranza in un mondo migliore. È riconoscere il suo Volto nei volti di ogni uomo e donna che incontriamo nel nostro cammino.

Lo desidero per me, in questo mio ultimo Natale in terra brasiliana, lo desidero per as crianças, os meninos, i giovani, gli adulti e anziani delle comunità della parrocchia di Vilar dos Teles, lo desidero anche per tutti voi amici e le vostre famiglie. 

 FELIZ NATAL DE VIDA E ESPERANÇA

E ABENÇOADO 2013! 

padre Massimo Valente

 

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Diocesi in festa!

Nel mese passato la nostra diocesi di Duque de Caxias ha vissuto un bel momento di festa celebrando la festa della patrona, Nossa Senhora do Pilar. E quest’anno  la festa si è arricchita con il ricordo dei 400 anni di questa chiesetta, primo segno di fede in questa periferia di Rio. A presiedere la Messa è stato invitato il primo vescovo della diocesi S. E. mons. Mauro Morelli. È stato un momento bello e molto partecipato dalle varie parrocchie. Tra i vari motivi di preghiera l’attesa del nuovo vescovo e la Jornada Mundial da Juventude del prossimo luglio 2013. Per questo la notte tra l’11 e il 12 di ottobre i giovani hanno organizzato una veglia di preghiera, motivo per ritrovarsi e dare slancio alla preparazione della Jornada.

Abbiamo pregato per il nuovo vescovo e il 3 novembre abbiamo avuto la gioia di accoglierlo con la prima Messa celebrata in cattedrale. S. E. mons. Tarcisio Nascentes don Santos è stato presentato dall’arcivescovo di Rio assieme a una ventina di altri vescovi della zona. È stata una celebrazione con la presenza di circa 4 mila persone del centro e della periferia della diocesi. Insomma una bella festa per iniziare con entusiasmo questa nuova missione affidatagli, ma affidata anche a noi di collaborazione con lui.

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Auguri di Buon Natale e Sereno 2012



“La luce risplende in piena notte,

non torneranno più le tenebre a vincere il suo splendore!”

 

Con queste parole abbiamo accolto ancora una volta il Natale qui in terra brasiliana, celebrando anche quest’anno il mistero di un Dio che per amore e insistentemente viene ancora tra noi nel Bambino Gesù come Dio con noi!

Lui non si stanca di dirci e mostarci che la sua luce davvero vince le tenebre dell’orgoglio, dell’egoismo, della mancanza di uguaglianza sociale e giustizia, della miseria a tutti i livelli, delle donne sfruttate e maltrattate, dei bambini picchiati e abbandonati a se stessi “meninos de rua” delle nostre periferie, del dolore dei malati, della disperazione di chi non ha casa, lavoro o cibo… Tenebre che sempre più accomunano il sud del mondo con la nostra Europa e Italia, perché incapaci di lasciare questa luce illuminarci e darci nuova speranza, di aprire il cuore alla solidarietà e alla pace! 

Vale la pena iniziare il nuovo anno accogliendo la benedizione di Dio e farci noi benedizione un per l’altro/altra credendo in un futuro e mondo migliori:

“Il vento soffi soave sulle tue spalle.

Che il sole brilli lievemente sopra il tuo volto,

le piogge cadano serene dove vivi.

E finché io non ti incontri di nuovo,

Dio ti custodisca nella palma della sua mano!”

BUON NATALE 2011 E SERENO 2012!

Padre Massimo

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Testimonianza di don Lucio Nicoletto

 

Adolescent di Duque De Caxias

Adolescenti di Duque De Caxias

Intervista rilasciata alla Difesa del popolo del 3 aprile 2011.

Comincia la quarta settimana della Quaresima di fraternità, che l’ufficio missionario diocesano, ponendo al centro della riflessione il vangelo del cieco nato, dedica all’incontro e all’importanza delle relazioni, con Dio e con i fratelli.   
Don Lucio Nicoletto, originario della parrocchia di Ponso, è il missionario fidei donum della diocesi di Padova che ci aiuta a leggere l’impegno e la Parola della settimana con gli occhi della missione. Prete dal 1998, dopo l’esperienza come vicario parrocchiale a Selvazzano Dentro e, in seguito, come animatore vocazionale diocesano, don Nicoletto da dicembre 2005 è a servizio della diocesi di Duque de Caxias, alla periferia di Rio de Janeiro come rettore del seminario diocesano e responsabile della pastorale vocazionale e giovanile della diocesi brasiliana.
Nel suo servizio le è capitato di incontrare persone che “riacquistano la vista”, cominciano a vedere le cose con gli occhi di Dio?
«Il lavoro pastorale con i giovani, in una realtà metropolitana come quella della periferia di Rio de Janeiro, è un’esperienza che immerge in dinamiche complesse e allo stesso tempo affascinanti. Rio de Janeiro, la Città Meravigliosa, ospita scenari di gioventù che con difficoltà si riesce a dimenticare, soprattutto quando ci si addentra da una parte in luoghi e fatti che hanno a che fare con la vita e la morte, la violenza e lo sfruttamento, la voglia di ricavarsi un pezzettino di felicità nel “puzzle” di fatti e misfatti della mala del luogo, e nell’altra nel rischio di perdere tutto, vita compresa, dietro a un proiettile che regola conti e mette a tacere pericolose verità. Il grande interrogativo che serpeggia continuamente fra di noi cristiani cattolici e mette in luce una grande preoccupazione “globalizzata” è sempre più pressante: cosa significa annunciare il vangelo ai giovani, oggi, rendendoli protagonisti del proprio futuro e pensarlo insieme a Dio?».
Che risposta vi date? E le esperienze hanno risposto in qualche modo?
«In uno dei tanti incontri che proponiamo ai giovani, con la comunità dei giovani seminaristi, abbiamo incontrato Bruno, adolescente di diciassette anni che da quest’anno ha accolto la proposta di vivere l’esperienza della comunità vocazionale. Quel giorno andammo a visitare una comunità di Piccole sorelle di Charles de Foucauld, che lavorano in una delle comunità della grande discarica che abbiamo in diocesi, la discarica di Gramacho. Un popolo di senza identità che ogni giorno fin dalle prime ore del mattino si butta fra le montagne di spazzatura per riuscire a raccogliere e a selezionare vari tipi di materiale (plastica, vetro, materiale metallico) e riuscire così a guadagnare di che vivere. Quel giorno abbiamo conosciuto un po’ della quotidianità di questo gruppetto di religiose, della loro scelta di vivere per e con i poveri, sempre a partire dalla Parola di Dio… Alla sera, tornando a casa, c’era un inaspettato silenzio in pulmino. Prima di salutare i giovani ho voluto rompere il silenzio chiedendo a Bruno cosa gli avesse suscitato l’incontro. Lui mi ha guardato e detto: “Sai, padre… Non so se ho capito tutto di quello che volevano dirci le sorelle. Ma è stato come se a un certo punto avessi cominciato a vedere più dentro alle cose… Ho capito che i poveri hanno un segreto che può cambiare la mia vita e aiutarmi a vedere. E’ con loro che mi avvicino a Cristo… è attraverso di loro che Gesù si avvicina a me!”».
Cosa ha suscitato in lei questa riflessione, questa capacità di mettersi completamente in discussione in un attimo?
«Non avevo mai visto la realtà con gli occhi di Bruno, così come a volte non vediamo la realtà con gli occhi dell’altro: alla fin dei conti può essere pericoloso! L’altro mi sconvolge i piani, mi dice chiaramente che la realtà che vivo e che sento è solo una parte dell’infinito mondo dentro al quale tutti insieme camminiamo. Ma per conoscere un po’ di più di questo grande cielo di umanità, ho bisogno di diventare più uomo vivendo e accogliendo l’altro come immagine e presenza di Dio che vuole fare strada con me. Forse è un problema di cecità? Chiaramente non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. I segni e le provocazioni non mancano».
La settimana che comincia è legata all’impegno dell’incontro. C’è da imparare dai brasiliani sull’arte dell’incontrarsi? Cosa possono insegnarci nelle relazioni con gli altri, con i più deboli, con Dio?
«Per noi missionari camminare dentro a una realtà che non è nostra diventa una scuola di vita quotidiana: l’Incarnazione parte da qui. E’ potare, arrivare all’essenziale, ascoltare, accogliere, ma solo dopo aver imparato a lasciarsi accogliere da un popolo che, come i Brasiliani, da secoli ha cominciato a masticare parole come integrazione, accoglienza dello straniero, valorizzazione, inclusione sociale, e via di questo passo. Chiaramente sono verbi che si coniugano all’infinito, nel senso che rimane sempre una sfida. Ma la certezza che la vera povertà aumenta quando una società rimane cieca davanti alle opportunità offerte da nuove relazioni tra gente diversa, ci porta a chiedere al Signore “amante della vita” di liberarci quanto prima da questo “incubo”, per non ritrovarci sempre più ciechi, sordi e incapaci di tessere una storia nuova che la Provvidenza ha gia posto fra le nostre mani per un futuro più a misura di persona».

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